giovedì 16 aprile 2020

L'altra Sicilia

Gli ALTRI luoghi per i quali vale la pena fare una deviazione.
Di seguito vado ad elencare gli "altri" luoghi che, in base agli interessi di ognuno, possono suscitare curiosità. Si tratta di perle trovate girovagando per questa splendida isola, collegate direttamente con la sua storia. Proverò, come ho fatto per i post precedenti, a dargli una successione storica, per quanto possibile.

Marsala.
Questa cittadina sulla costa occidentale della Sicilia è famosa essenzialmente per lo sbarco di Giuseppe Garibaldi e i suoi Mille. L'11 maggio 1860 iniziò da qui una campagna militare che riconquistò il Regno delle Due Sicilie e all'unificazione d'Italia. Il monumento che celebra lo sbarco è una terrazza a forma di prua di nave, protesa verso il mare. Dei pannelli in ferro riportano i nomi dei Mille.
L'altra attrazione di questa cittadina è l'omonimo vino, dolce e liquoroso la cui storia racconterò in seguito, quando parleremo dei cibi sensazionali della Sicilia.
Pochi tra quelli che arrivano qui lo fanno per passeggiare in un centro storico che, sebbene raccolto, è ricco di sontuosi edifici barocchi e vie lastricate. L'elegante piazza della Repubblica è il salotto buono della città.


Non sono questi, però, i motivi che ci hanno portato a Marsala, ma il museo archeologico che espone una nave da guerra cartaginese, affondata al largo delle Egadi durante la prima guerra punica.
Insieme agli oggetti trovati a bordo, sono esposti i resti della nave; questi resti costituiscono l'unica prova materiale del genio navale cartaginese, una civiltà spazzata via dai romani.
Tra i pezzi trovati a bordo è esposto il cordame, tappi di sughero per le anfore, pentolame, noccioli di olive, un pugnale e persino dei rametti di cannabis sativa.
Nel parco archeologico all'esterno del museo c'è un vasto sito archeologico che comprende i resti di una villa romana del III secolo; i resti fanno parte di un'estesa insula romana.

Mazara del Vallo.

Nel 827 d.C. gli arabi sbarcarono a Mazara del Vallo, dando inizio alla conquista dell'isola. Questo fu anche l'inizio del periodo più prospero per questa cittadina, "eletta" dagli eventi ponte verso l'Africa.
Dopo l'espansione degli arabi in Sicilia, Mazara venne proclamata capitale amministrativa di una delle 3 valli in cui venne divisa la Sicilia: Val Demone nella zona nord-orientale, Val di Noto nella zona sud-orientale eVal di Mazara, che comprendeva tutta la Sicilia centro-occidentale.
I 200 anni di dominio islamico hanno lasciato importanti tracce, visibili ancora oggi nel quartiere noto come "Casbah". Strade tortuose, cortili e vicoli ciechi. Case bianche con tettoie a terrazza costruiscono un tessuto urbano arricchito da servizi in lingua araba e francese, con tanto di Muezzin a richiamare, 5 volte al giorno, i fedeli musulmani alla preghiera.
La vera integrazione tra i siciliani e gli immigrati del nord Africa avviene sui pescherecci che quotidianamente escono dal porto per continuare una delle attività più sviluppate della città: la pesca.

Proprio un peschereccio, alla fine degli anni '90, portò in superficie i resti di una statua bronzea, datata IV secolo a.C.  Un satiro che danza selvaggiamente, con la testa reclinata indietro e la forza del movimento evidente nei capelli fluenti. Il "Satiro danzante" faceva probabilmente parte di un gruppo scultoreo che rappresentava Dioniso ed il suo culto.
Dopo il lungo restauro, questa splendida statua fu ospite di diversi musei in tutto il mondo, oggi è tornata a Mazara del Vallo, esposta nella chiesa sconsacrata di Sant Egidio insieme ad altri reperti che vanno dall'epoca fenicia fino a quella medievale.

Trapani ed Erice.
Trapani è una delle poche città della Sicilia alla quale vengono riconosciuti pochi spunti di interesse e dove poche guide turistiche consigliano di "perdere del tempo" per una visita. Oggi è soprattutto conosciuta come porto di attracco per le isole Egadi e Pantelleria, ma Trapani, in passato, fu un fiorente e vivace porto strategico. Greci, Fenici, Normanni, Spagnoli, Romani ed arabi ne sfruttarono la posizione invidiabile ed il porto naturale, a forma di falce, di cui la natura l'aveva dotata.
Quello che oggi rimane è un centro storico sviluppato sulla piccola penisola che dall'entroterra si protende in mare, vicoli stretti in stile moresco e palazzi ormai decadenti disegnati sotto l'influsso del barocco siciliano.
Gli edifici che si distinguono sono la Cattedrale di San Lorenzo e la chiesa del Purgatorio. In questa chiesa sono esposti i "Misteri" di Trapani: statue lignee che rappresentano le stazioni della Via Crucis e che, durante la processione del Venerdì Santo, vengono portate a spalla in processione per le vie della città.

Una curiosità: nella cattedrale di Trapani è esposto un dipinto attribuito al Caravaggio, siamo rimasti un po' stupiti non avendo trovato nessuna informazione a riguardo. Custodire un Caravaggio sarebbe motivo di richiamo per folle di turisti, proprio come abbiamo visto altrove. Poi, guardando il quadro, ci siamo detti che, probabilmente, neanche loro sono poi così convinti di quest'attribuzione.



La montagna che sovrasta il centro di Trapani ospita un gioiello medievale per il quale vale la pena fare una piccola deviazione. Erice, in realtà, era abitata dal misterioso popolo degli Elimi che fece di questa cima scoscesa un luogo di culto in onore di Venere Ericina. Nel sacro tempio di Erice i seguaci della Dea si univano alle sacerdotesse di Venere che praticavano la prostituzione sacra. Nonostante le numerose e ripetute invasioni, il sito sacro rimase a lungo inviolato. Visto il particolare rito che vi si celebrava, è facile intuirne il motivo.



La magia di Erice è soprattutto dovuta ad uno splendido centro medievale, i cui vicoli anche in alta stagione permettono di camminare avvolti dal silenzio e dalla brezza rinfrescante proveniente dal mare che spesso soffia tra le case. Il fulcro della visita è la cattedrale costruita nel 1312 da Federico III come voto dopo essersi rifugiato ad Erice durante i Vespri siciliani del 1282.

Cretto di Burri.
Nel 1968 una forte scossa di terremoto sconvolse la Sicilia occidentale, interi paesi vennero distrutti tanto che in alcuni casi, proprio come successo con il terremoto del 1693, alcuni paesi vennero ricostruiti in luoghi  distanti dal luogo d'origine. Questo terremoto investì tutta la valle del fiume Belice, tra cui i paesi di Gibellina e Poggioreale; entrambi i paesi sono diventati un monumento in memoria del terremoto e delle centinaia di vittime che fece.

Il paese di Poggioreale venne abbandonato e i ruderi danno l'impressione del paese fantasma per antonomasia: mura grige, strade vuote. Giusto qualche cane randagio a dare un po'di vita al paese visto che l'assenza di vento non fa muovere neanche l'erba sui prati incolti. Gibellina vecchia subì la stessa sorte di Poggioreale, il nuovo paese venne costruito a pochi chilometri di distanza ma le rovine divennero un monumento vero e proprio. Per mano dell'artista Tifernate Alberto Burri, i resti della città vennero ricoperti di uno spesso strato di cemento e calce bianca. Il risultato è un labirinto abbagliante disteso sul versante di una collina. Le vie che si snodano tra i candidi blocchi di cemento ripercorrono le vie dell'antico borgo. In'opera d'arte particolare dispersa nella campagna siciliana, un sito per il quale conviene prevedere una piccola deviazione dai consueti tragitti turistici.

Mondello.
A pochi chilometri di distanza dal centro di Palermo, il paese di Mondello fa ormai parte della periferia del capoluogo. In estate la spiaggia dai colori caraibici è molto affollata a tutte le ore del giorno e anche noi la abbiamo sfruttata soprattutto a fine giornata.
Mondello, però, ha un'altra caratteristica peculiare: agli inizi del XIX secolo e una volta bonificata la palude a ridosso della spiaggia, le famiglie ricche di Palermo costruirono qui lussuose ville, le stesse ville che è possibile vedere ancora oggi dietro ad imponenti cancellate e recinzioni.
Uno specchio di inizio '900 il cui fulcro è lo stabilimento balneare in stile liberty costruito nel centro della baia proprio per far diventare Mondello la nuova riviera per l'Elite delle famiglie nobili d'Italia.


Etna.
Nel 1669 ci fu un'eruzione catastrofica che cancellò o danneggiò diversi paesi e fece migliaia di vittime. Monasteri vennero abbandonati per le continue minacce del vulcano. Solo a Catania si contarono 6.000 vittime. Ciò nonostante tutti i paesi vennero ricostruiti sullo stesso posto (tranne Mompilieri). Cosa spiega questa tenacia secolare degli abitanti dell'Etna??? "Perché l'Etna è un gigante buono e va lasciato sfogare."
Un'attrazione fatale che cresce in proporzione ai rischi; è così da sempre, sin da quando l'Etna era Adrano per gli elimi, Efesto per i greci, Vulcano per i romani. Lo stesso violento Dio aveva insegnato agli uomini a forgiare i metalli, conoscenza alla base di ogni progresso.
Inoltre la terra è fertile ed adatta a coltivazioni diverse. I vigneti danno vini Etna doc., uliveti, noccioleti, castagneti, ortaggi, fragole e miele. Tutti prodotti di altissima qualità. Ma anche pistacchio, introdotto in questa terra dagli arabi. Legna da ardere e dalla quale ricavare carbone. Neve e ghiaccio durante tutto l'anno per conservare i cibi in apposite ghiacciaie.

Ovviamente stiamo parlando di un mondo precedente ai frigoriferi. Ora la neve, però, ha cambiato destinazione d'uso: l'Etna ha la stazione sciistica più a sud d'Europa! La Sicilia continua così nell'instancabile tradizione di rinascere dalle sue ceneri.
La visita dell'Etna è un'esperienza affascinante anche senza raggiungere i crateri sommitali. E' importante, però, ricordarsi di portare un abbigliamento adeguato anche in estate perché il vento è sempre presente in quota e non fa mai caldo! Neanche in agosto! 


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